30 ottobre – 8 novembre 2015 – Sala Grande
I Persiani a Caporetto
da I Persiani di Eschilo
traduzione, adattamento e regia Roberto Cavosi
con Anna Maria Guarnieri, Luciano Virgilio, Marco Gambino
scene e costumi Daniela Cernigliaro
musiche Marco Betta
produzione Teatro Biondo Palermo
Nel novembre del 2015 ricorrono i cento anni del coinvolgimento dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale. Una guerra terribile, che ha lasciato ferite indelebili non solo nei vinti. Una guerra che è diventata simbolo di tutte le guerre. Un mito, una tragedia. In tutto l’Occidente I Persiani sono forse l’opera più esaustiva e profonda riguardo alla guerra,oltretutto vista dal punto di vista degli sconfitti.
Un’ottica inaudita se pensiamo che Eschilo militava fra i vincitori. Ma il grande insegnamento è proprio questo: nelle guerre non esistono né vincitori né vinti, la guerra stessa è una sconfitta. Lo spettacolo I Persiani a Caporetto racconta esattamente questo: la sconfitta. E Caporetto è per noi infatti simbolo di disfatta, di disastro.
L’intera vicenda è ambientata in una cucina dei primi del ‘900 ed è vista attraverso gli occhi di una Cuoca e di un Maggiordomo. Due personaggi che, sostituendosi al Coro, diventano i veri protagonisti della “Storia”. Due esseri indifesi di fronte alla catastrofe, di fronte a una Regina\Stato così incapace di guardare al futuro da essere anch’essa un fantasma tra i caduti del suo stesso esercito.
La trasposizione di Eschilo nella Grande Guerra diventa così emblema di tutte le nostre paure e del nostro implorante smarrimento.